Laudato Si’ come progetto educativo

Laudato Si’ come progetto educativo. Conferenza del Prof. Domenico Simeone – Università Cattolica

Educare ad una spiritualità ecologica. Di seguito pubblichiamo un estratto della conferenza tenuta dal Prof. Domenico Simeone dell’Università Cattolica a conclusione della Summer School. In fondo alla pagina puoi ascoltare la traccia audio del suo intervento.

È bella l’idea di Don Milani quando dice che il maestro è colui che aiuta i ragazzi a vedere ciò che lui non vedrà. Abbiamo un’idea di educazione legata alla trasmissione di qualcosa che noi conosciamo bene e che pretendiamo che anche gli altri conoscano in questo modo. Qua c’è un’idea di educazione generativa e non conservativa. Quello che noi conosciamo lo mettiamo a disposizione di chi sta crescendo non perché conosca le stesse cose, ma perché possa ampliare la conoscenza, perché possa conoscere qualcosa che noi non conosciamo. È un atteggiamento molto simile a quello di Abramo e di Mosè, che si mettono in cammino e stabiliscono un’alleanza, che vivono anche i momenti del dubbio e della difficoltà, fanno un percorso, un itinerario senza conoscere la meta, fidandosi della relazione con Dio. Non potranno gustare l’esito di quel cammino. Si fermeranno sulla soglia della terra promessa. Questo è il compito di ogni educatore: fermarsi sulla soglia e non avere la pretesa di entrare.

Domenico simeone

Vi auguro di conservare un orecchio acerbo perché possiate sempre ascoltare gli alberi, gli uccelli, le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli, i bambini perché da loro abbiamo molto da imparare.

Domenico simeone

Un signore maturo con un orecchio acerbo

Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo
vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.

Non era tanto giovane, anzi, era maturato
tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato.

Cambiai subito posto per essergli vicino
e potermi studiare il fenomeno per benino.

Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età
di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?

Rispose gentilmente: – Dica pure che sono vecchio,
di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.

È un orecchio bambino, mi serve per capire
le voci che i grandi non stanno mai a sentire:


ascolto quello che dicono gli alberi, gli uccelli,
le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli,

capisco anche i bambini quando dicono cose
che a un orecchio maturo sembrano misteriose…

Così disse il signore con un orecchio acerbo
quel giorno, sul diretto Capranica-Viterbo.

GIANNI RODARI

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