“Dal Sagrato alla Piazza”, Veglia di contemplazione e preghiera, guidata dalle Monache Agostiniane di Pennabilli, che si è svolta Sabato 4 settembre 2021 sul sagrato della Cattedrale di Pennabilli.
Di seguito il testo introduttivo della veglia. In fondo alla pagina il testo scaricabile.
Ritrovarci insieme in piazza (tra il sagrato e la piazza!) per pregare è uno di quei desideri che, per la sua particolarità, ha più il carattere di un sogno. Un sogno che oggi si realizza. In questo spazio così familiare avvengono tante attività del vivere quotidiano, a partire, crediamo, dalla più importante ed essenziale: incontrarsi. Oggi questo “incontrarsi” si apre e si estende ulteriormente: a noi, amiche e abitanti di questo bellissimo paese, e all’incontro con Dio nella preghiera. Per quanto sia impossibile definire cosa sia la preghiera (né lo vorremmo fare!) certamente essa desidera e agisce per INCONTRARE.
Questo pomeriggio siamo stati coinvolti in una camminata nella quale ciascuno ha potuto aprirsi all’esperienza della relazione con se stesso, con l’altro e con la natura. Ciò che esiste diventa significativo e prezioso per noi se… vissuto. Non basta che ci siano cose belle davanti ai nostri occhi. Dobbiamo poterle vivere. Quanti nostri fratelli e sorelle oggi, nel mondo, non hanno accesso alle cose belle della vita! Anche noi talvolta e per motivi diversi, fatichiamo. Questo pomeriggio abbiamo provato a esercitare i nostri sensi, accompagnarli, sentirci uniti a loro, cercando di essere disponibili a ciò che c’è attorno a noi.
Eppure stasera siamo qui sapendo e intuendo che ciascuna delle nostre persone possiede un altro senso… Tatto, olfatto, udito, vista non esauriscono ciò che noi possiamo e vogliamo sentire. I nostri stessi sensi desiderano sentirsi accompagnati da una benevolenza che li preceda e si offra a loro.
Il desiderio e il senso di questo mistero ci abita da sempre. Ci spinge a chinarci su ciò che è piccolo, ci traghetta verso le scelte più grandi. Oggi ci sporgiamo con tutto noi stessi verso ciò che si lascia dimenticare, senza rivendicare la sua presenza.
Vorremmo addentraci con voi, accompagnati da alcuni versetti della Bibbia, nel mistero di trovarci nella vita come dono ad essa, a cui si accompagna il mistero – pieno di promesse, eppur così drammatico – della nostra responsabilità.
La Bibbia non racconta un’unica storia, al contrario ne racconta tante e in modi e stili assai diversi, come potremo notare anche stasera. Le storie sono tante eppure vi è un filo rosso che le attraversa e le unisce: l’incontro tra l’uomo e il suo Dio per un’esistenza vissuta in pienezza e sensata. Perché amata.
In questa piccola piazza raccogliamo le nostre storie e quelle del mondo, per legarle le une alle altre, cercando in esse il profumo di Dio e del suo sogno.
Le Monache Agostiniane di Pennabilli
Primo momento: In principio

Dal libro della Genesi
In principio…. Dio disse…
Genesi 1,1.3
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere.
Genesi 2,1
… Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Genesi 2,7
Discernimento, lingua, occhi, orecchie e cuore diede loro per pensare… Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita.
Siracide 17,6.11
Dopo aver riflettuto, parlerò ancora, sono pieno come la luna nel plenilunio. Ascoltatemi, figli santi, e crescete come una rosa che germoglia presso un torrente. Come incenso spargete buon profumo, fate sbocciare fiori come il giglio, alzate la voce e cantate insieme, benedite il Signore per tutte le sue opere.
Siracide 39,12-16
Magnificate il suo nome e proclamate la sua lode,
con i canti delle labbra e con le cetre, e nella vostra acclamazione dite così:
quanto sono belle tutte le opere del Signore!
Secondo momento: Seminate!

Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
Genesi 2,15
Così ogni artigiano e costruttore… così il fabbro che siede vicino all’incudine ed è intento al lavoro del ferro…così il vasaio che è seduto al suo lavoro e con i suoi piedi gira la ruota… Senza di loro non si costruisce una città…essi assi-curano la creazione eterna e il mestiere che fanno è la loro preghiera.
Siracide 38, 27-34
Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto.
Isaia 65, 21
Disse loro: “Guardatevi da ogni ingiustizia!” e a ciascuno ordinò di prender-si cura del prossimo.
Siracide 17, 14
Seminate per voi secondo giustizia e mieterete secondo bontà; dissodatevi un campo nuovo, perché è tempo di cercare il Signore.
Osea 10, 12
Principio di ogni opera è la parola, prima di ogni azione c’è la riflessione. Radice di ogni mutamento è il cuore, da cui derivano quattro scelte: bene e male, vita e morte…
Siracide 37, 16-18
Terzo momento: La relazione negata

Venite e godiamo dei beni presenti,
Sapienza 2,6-10
gustiamo delle creature come nel tempo della giovinezza!
Saziamoci di vino pregiato e di profumi,
non ci sfugga alcun fiore di primavera,
coroniamoci di boccioli di rosa prima che avvizziscano;
nessuno di noi sia escluso dalle nostre dissolutezze.
Lasciamo dappertutto i segni del nostro piacere,
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
Spadroneggiamo sul giusto, che è povero.
Il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?”.
Genesi 4,9
…Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra.
Genesi 6,5
Il mio popolo ha commesso due iniquità: hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l’acqua.
Geremia 2,13
Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva”.
Vangelo di Giovanni 7,37-38
Miserere mei Deus secundum
magnam misericordiam tuam.
Quarto momento: LAUDATO SI’

Gesù si mise a parlare e insegnava loro: Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro…
Vangelo di Matteo 6,25-33
“Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami …Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uo-mo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo”.
Vangelo di Matteo 13,31-32.44
E ora benedite il Dio dell’universo, che compie in ogni luogo grandi cose, che fa crescere i nostri giorni fin dal seno materno, e agisce con noi secondo la sua misericordia. Ci conceda la gioia del cuore e ci sia pace nei nostri giorni in Israele, ora e sempre. La sua misericordia resti fedelmente con noi e ci riscatti nei nostri giorni.
Siracide 50, 22-24











