La vetrata del Monastero di Pennabilli

La creazione è la prima vetrata che abbiamo realizzato e che ha iniziato con noi e su di noi una certa opera di ricreazione. Il lavoro delle vetrate per noi è infatti simbolo di questo intreccio, tra manuale e simbolico/spirituale.

Come in Genesi 1, anche ogni vetrata inizia con lo stesso comando:

Sia la luce!

Perché La luce è elemento fondamentale per la vetrata?

Ogni vetrata esiste solo lasciandosi attraversare dalla luce.

La luce stessa, attraversando la vetrata…

…è come trasformata

L’opera della creazione è raccontata

Con la creazione del giorno

…e della notte

Scorri lungo la linea bianca

…dell’asciutto

…e del mare

Scorri lungo la linea bianca

…di erbe, germogli

fiori e frutti

…e di ogni essere vivente nel mare, in cielo e sulla terra, con bestiame e rettili.

Dio guardò…

ed era cosa buona!

Siamo prima della rottura del peccato…

Eppure c’è il serpente tra i rettili…

È attorcigliato all’albero della vita, che guarda ad Adamo ed Eva. Siamo nello sguardo di Dio, che vede che tutto è buono. Dunque il serpente non immediatamente è il male, ma è come una sorta di opacità, di non trasparenza e non immediatezza della vita, come se la vita fosse qualcosa da decifrare. Che ci guarda, e ci interpella, e non si dà indipendentemente da noi.

Proprio questo attorcigliamento tra la vita e noi è talmente buono, che i libri sapienziali della Bibbia rileggono il libro della Genesi-scritto molto prima- considerando la creazione già ALLEANZA.

Ed ecco perché nella nostra creazione c’è già l’arcobaleno…

…che non ci sarebbe in Gn 1, ma solo in Gn 9, dopo il diluvio.

La nostra vetrata dice che la creazione è già alleanza.

In che senso?

L’alleanza è lo spazio che la creazione è per noi, lo spazio di vita che è per noi. Che non siamo assorbiti e confusi in Dio, ma separati, persone, di fronte a Lui…

Infatti la creazione accade con i primi grandi atti di separazione, a cui ne seguiranno altri, che sono quello del giorno e della notte…

E quello delle acque…

…in acque di sopra

…e acque di sotto

È lo Spirito…

…che compie questo atto… lo stesso spirito che aleggiava sulle acque. Così è Lui che rende possibile quello spazio di vita -l’alleanza- qui anche significata alla luce del Nuovo Testamento, cioè alla luce di Gesù e della sua incarnazione.

Tutta la creazione si ricapitola in Cristo, tende verso di Lui, ha senso in Lui, si compie in Lui.

In queste divisioni che compie lo spirito, in questo VENIRE ALLA Luce, LE COSE vengono alla luce, e possono assumere significati e funzioni diverse….

Vediamo ad esempio che la vetrata ci restituisce la duplicità di questo particolare…

…quella di un polpo bianco, quasi giocoso nelle acque, e di essere mostruoso, nell’ombra che la luce proietta attraversando la vetrata.

La luce fa essere la vetrata,

si trasforma lei stessa, trasformando l’ambiente

e cambiando le cose…

GUARDA LA TIMELAPSE

e lo spazio, anche in una giornata nuvolosa

La sensibilità delle vetrate nasce in un contesto di poca luce, siamo nel Nord Europa, nell’alto Medioevo. E la necessità di Luce, insieme ad alcune scoperte architettoniche, fanno inventare questo modo di far entrare più luce possibile e creare bellezza e arte.

Mi sembra che il loro nascere, per la necessità di luce, dica molto della dimensione simbolica che le caratterizza come esperienza artistica. Sono simbolo della vita cristiana.

Per la necessità di luce…

E perché è un’opera che si crea mettendo insieme pezzi diversi, ciascuno il suo, incastrato con gli altri, tenuto insieme da un materiale che impedisce che i vetri si tocchino tra sé, altrimenti per la pressione si romperebbero.

Proprio e innanzitutto in questa dimensione simbolica noi collochiamo questo lavoro artistico, e quindi anche il suo valore ecologico, cioè di custodia e promozione dell’umanità.

Nella necessità del lavoro e di difendere il lavoro, e un certo tipo di lavoro: il tempo che viviamo noi al contrario sembra tolga il gusto della bellezza del fare.

E quindi Nell’educazione del gusto alla bellezza, e quindi come espressione di ciò che è la VITA COMUNITARIA.

Come dice il N 127 dell’Enciclica Laudato Si’, quando si perde capacità di contemplare, si rischia che anche il senso del lavoro venga stravolto: lo spazio del lavoro della vetrate è l’intreccio di questa custodia: è lavoro, e vero lavoro, che scegliamo di vivere molte ore delle nostre giornate, sapendo che è qualcosa di serio, che vuole diventare professionale. Ma è un lavoro che è anche artistico, che quindi si propone a noi con delle regole precise –potremmo dire. La principale di queste regole è che è necessario educarsi, per assaporare il suo gusto. È necessario lavorare, imparando a contemplare.

La comunità ha scelto di porre questo come il lavoro principale per la vita comune. Dunque un lavoro artistico. Ha pensato che l’arte fosse da mettere al centro, anche nella questione del lavoro.

Ma chi entra in monastero non entra principalmente per fare l’artista, anche se potrebbe già esserlo, o diventarlo, o trovare o non trovare affinità con essa. Ma in ogni caso la comunità pone questa come prima proposta lavorativa…. Sfida ardua, sfida educativa innanzitutto, sfida di un lavoro contemplativo:

perché c’è uno spazio che precede, che accoglie chi arriva, che dà la possibilità di lavorare manualmente e quindi spiritualmente. Cioè lavorare manualmente, creando arte, cioè imparando a contemplare, per imparare il gusto di un lavoro che non solo ti forma e ti insegna a fare, ma ti invita a contemplarlo, a lasciarti liberare cioè, perché tu possa assaporare.

Infatti…. La nostra vetrata narra i sei giorni in cui Dio crea, e mancherebbe il 7° giorno. Che è quello del riposo, e della contemplazione, in cui Dio guarda tutto, e tutto nei suoi occhi è buono. Ecco… preparandomi per questa serata…ho pensato che la vetrata narra i sei giorni di creazione, e poi ci propone di fare esperienza del 7° giorno, contemplandola.

Monache Agostiniane
di Pennabilli

Contatti

Via della Rupe, 4
47864 Pennabilli RN
osa.pennabilli@gmail.com
Tel. 0541928412

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