Parole di Pace

Testimoni di pace

Facciamoci accompagnare dalle parole di chi ha percorso cammini di Pace. Una raccolta di testi da leggere e meditare.

Testimoni di Pace

Non c’è via per la pace, la pace è la via.

THICH NHAT HANH – Monaco Buddista

Credo che Dio si sia servito di me. Lo Spirito Santo mi ha dato la forza di affrontare da sola i militari armati.  Era il 28 febbraio e L’8 marzo la scena si è ripetuta. Ho sentito arrivare i carrarmati, sono uscita e mi sono inginocchiata davanti a loro.


Suor Ann Rose Nu Tawng – Myanmar – intervista a Famiglia Cristiana aprile 2021

Se questo compito di costruire un mondo pacifico è il compito più importante del nostro tempo, esso è anche il più difficile. Richiederà infatti molta più disciplina, più sacrificio, più studio, più meditazione, più collaborazione e più eroismo di quanto la guerra ne abbia mai chiesto.

THOMAS MERTON
Dal libro “Fede Resistenza Protesta”

Permettetemi ancora un suggerimento (…). Come segno della nostra decisione di lottare per la giustizia, che è la linea spartiacque dei nostri tempi; come segno della nostra decisione di iniziare dalle ingiustizie locali per raggiungere e attaccare le ingiustizie mondiali; come segno della nostra decisione di non fermarci alle parole ed ai discorsi di riforme, ma di tentare, in maniera pacifica, ma valida, di cambiare le strutture anche e soprattutto nei paesi ricchi; come segno della nostra decisione di esigere coerenza dalle religioni, principalmente dalla nostra religione cristiana. (…) Adottiamo sempre di più, una nuova espressione che sia la nostra nuova bandiera di lotta pacifica, ma sicura e valida: Liberazione sì, ma come quella realizzata da Gesù Cristo nella croce affinché non ci siano superuomini o subuomini, ma semplicemente uomini, figli dello stesso Padre, condotti dallo Spirito di Dio.

DOM HELDER CAMARA
“Un patto con i giovani, cittadini del mondo: lottare pacificamente per la giustizia e per l’amore”

Nessuno oserebbe oggi manifestare dubbi sulla guerra: nessuno, in nome di niente, può difenderne la causa. E nessuno, di conseguenza, può tralasciare di deporre il suo voto per la pace in quell’urna invisibile che raccoglie le umane volontà. Ma in molti casi non è sicuro che questo voto per la pace sia accompagnato dalla coscienza, o almeno dal presentimento, dei problemi seri e profondi che lo stato di pace comporta.
Perché la questione non è semplicemente che non ci sia guerra – una guerra che sarebbe certamente l’ultima di tutta una storia – ma è stabilire la vita in vista della pace. E se la pace è innanzi tutto l’assenza di guerra, è qualcosa di più, molto di più. La pace è un modo di vivere, un modo di abitare il pianeta, un modo di essere uomini; è la condizione primaria per la realizzazione dell’uomo nella sua pienezza, perché la creatura umana è una promessa. La pace è come una legge, ma libera.
Entrare nello stato di pace significa oltrepassare una soglia: la soglia tra la storia, tutta la storia esistita finora, e una nuova storia. Si tratta, dunque, di una autentica “rivoluzione”, del duplice compimento di quel sogno di rivoluzione pacifica che hanno sognato tanti spiriti grandi. Compimento duplice, perché oltre ad essere una rivoluzione pacifica, avrebbe come contenuto, appunto, la pace.
Retrocedere davanti a questa soglia non è possibile. Essere o non essere, vivere in pace o cessare di vivere, questo è il problema.
Perciò non ci sarà uno stato di pace autentica finché la pace non sarà una vocazione, una passione, una fede che ispira e illumina.


Maria Zambrano – Le parole del ritorno 1990

Tutto è volo

Signore, ci siamo persi.
La strada è buia e ora siamo stanchi.
Torna a camminare con noi. Riportaci a casa.
Rendici capaci di abitare il mondo con l’entusiasmo del mattino e
la tenerezza della sera.
Rendici capaci di incontrare il nostro dolore e la nostra voglia di bene.
Aiutaci a scoprire in noi il coraggio di essere persone,
vive nell’incontro, impegnate nella vita per costruire la terra.
Fa’ che ognuno riesca a suonare la propria nota, perché è lì che fiorisce la pace.
Immersi nella disarmonia che genera violenza, ci ripieghiamo su noi stessi.
Ci siamo dimenticati di essere tuoi, di essere il sogno di Dio, capaci di cose grandi.
Ci siamo dimenticati, persi in questa lunga notte.
Ma non è la notte la fine, si può sempre andare verso l’altro lato
dell’ombra, dove il miracolo della vita torna ad accadere.
Lo sappiamo perché siamo il tuo sogno.
Siamo polvere di stelle.
E tutto, tutto è volo.

MARIAGRAZIA ORLANDI

Atenagora e Paolo VI

La guerra, la faccio a me stesso, per disarmarmi.
Per lottare efficacemente contro la guerra, contro il male, bisogna volgere la guerra all’interno, vincere il male in noi stessi.
Si tratta della guerra più aspra, quella contro se stessi. Bisogna riuscire a disarmarsi.
Io questa guerra l’ho fatta. Per anni e anni. È stata terribile. Ma ora sono disarmato.
Non ho più paura di niente, perché “l’amore scaccia la paura”.
Sono disarmato dalla volontà di spuntarla, di giustificarmi alle spese degli altri.
Perciò non ho più paura. Quando non si possiede più niente, non si ha più paura.

ATHENAGORAS I, PATRIARCA DI COSTANTINOPOLI

A parte che la guerra è sempre criminale in sé e per sé (poiché affida alla forza la soluzione di un problema di diritto); a parte che essa è sempre mostruosamente sproporzionata (per il sacrificio che richiede, contro i risultati che ottiene, se pur li ottiene); a parte che essa è sempre una trappola per la povera gente (che paga col sangue e ne ricava i danni e le beffe); a parte che essa è sempre antiumana e anticristiana (perché si rivela una trappola bestiale e ferisce direttamente lo spirito del cristianesimo); a parte che essa è sempre “inutile strage” (perché una soluzione di forza non è giusta e sempre comunque apre la porta agli abusi e crea nuovi scontri): qual è la guerra giusta e quella ingiusta? Può bastare affidarsi alla cronaca pura, alle semplici date, per stabilire chi attacca per primo, chi offende e chi si difende? Tutto è così complesso e intricato: guerra economica, guerra diplomatica, guerra pubblicitaria, guerra fredda.

testo tratto da “tu non uccidere” di primo mazzolari

Scritti per meditare

In piedi, costruttori di pace.

DON TONINO BELLO
Discorso pronunciato a Verona, il 30 aprile 1989, alla Vigilia dell’Assemblea Ecumenica di Basilea
Mondo in Fiamme

Non so come tenere questo mondo in fiamme
e non so come lasciarlo andare
il pensiero ustiona ma si fa fianco
per non scucirsi dalla terra sfigurata,
da chi fugge da chi resta
da chi combatte da chi prega
da chi ammutolisce da chi fa il pane
da chi perde il sonno la qualità
di abbandono che chiamiamo sogni.
Impossibile ora non essere un corpo.
Che siate visitati dagli animali custodi
che i fiumi siano in piena confidenza
con le lacrime, che ci sia un pensiero
che ci pensa e salva, che restare o partire
siano lo stesso compito di tenersi in piedi
nel mondo che vacilla.

marzo 2022
– CHANDRA CANDIANI –

Cristo risorto, rimanendo in silenzio davanti a te, eleviamo questa ardente preghiera: che il fuoco delle armi cessi sulla terra d’Ucraina! Accogli nel tuo amore coloro che muoiono per la violenza e la guerra, consola le famiglie in lutto, sostieni coloro che hanno dovuto prendere la strada dell’esodo. Di fronte a una sofferenza incomprensibile, crediamo comunque che le tue parole d’amore e di pace non passeranno mai. Hai dato la tua vita sulla croce e ci hai aperto un futuro, anche oltre la morte. Perciò ti imploriamo: donaci la tua pace. Tu sei la nostra speranza.

fr Aloise, Taizé
Soul

Il cristiano è un uomo di pace, non un uomo in pace: fare la pace è la sua vocazione.

–Primo Mazzolari da “Tu non uccidere”


Uomo del mio tempo

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. 
Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. 
T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. 
Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, 
come uccisero gli animali 
che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
(S. Quasimodo - 1946)

Ricevi le nostre esplorazioni nella tua casella di posta

Monache Agostiniane
di Pennabilli

Contatti

Via della Rupe, 4
47864 Pennabilli RN
osa.pennabilli@gmail.com
Tel. 0541928412

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: